R I C O S T R U I RE  

  Anno XVI n. 20 -  Satira - Umorismo - Varia Umanità - Esce quando scoppia: ogni giorno.    Ora su Internet                    Storia di un Italiano di Sinistra

Due "Vendette"

Un risarcimento miliardario

   Un giornalista de La Sicilia, in pensione da quattro anni, ha notificato un Atto di citazione, con il quale chiede un risarcimento in solido di cinque miliardi del vecchio conio all'autore de "La Mafia comanda a Catania" uscito nel 1991, al suo editore, all'Ordine dei Giornalisti della Lombardia e a Ricostruire,  "rei" di avere inserito in una nota ad un pezzo sull'assassinio di Pippo Fava dei brani tratti da quel libro edito nel 1991. Il giornalista, assolto in istruttoria nel 1991 dall' accusa mossagli da un pentito, al quale avrebbe commissionato l'assassinio di Pippo Fava, imputa ora nel 2007 ai convenuti il mancato sviluppo di carriera nel 1993 (sic!), oltre a danni morali,patrimoniali non patrimoniali, esistenziali...

Si riporta qui di seguito un brano della memoria depositata il 21 Febbraio 2008

(...) L’attore dovrà ripagare i sacrifici economici imposti ad una famiglia, con una Citazione, che è di una pretestuosità solare. I pochissimi visitatori di un sito web, (come documentato nella memoria del 4/12/2007) paralizzano il "Giornalista brillante" (...) Quando invece tra il 1991 e 1992 come uno tsunami si abbattono sullo Stivale  le  13.500 copie de “La Mafia comanda a Catania”, edito da una casa editrice prestigiosa, scritto dal figlio del giornalista assassinato, rimbalzato su tutti gli organi di stampa, locali e nazionali, in video e sulla carta stampata, dov’era il "Giornalista brillante ? Ne ha solo “ sentore da amici e conoscenti”. Lo sa ma “per relationem”. Dice di avere acquistato  il libro solo 12/2/2003 e solo allora “ha avuto la piena conoscenza – scrive- delle frasi infamanti che lo riguardavano, incominciando, quindi ad attivarsi”. Si attiva, infatti: appiccica alla copia de “La Mafia comanda a Catania”, acquistata nel 1991, uno scontrino fiscale, fa la fotocopia di entrambi, e la esibisce quattro  anni dopo… nella farsa popolare ha scelto  il ruolo del Pataccaro: è ritenuto “non convincente e inattendibile? Controparte dimostri il contrario”- scrive stazionando sull’umorismo involontario. Con Euro 9,50 ha acquistato una copia di “Pinocchio” . In detto scontrino fiscale non è indicato il codice ISBN, che identifica in modo univoco autore e titolo del libro. Il Codice ISBN de “La Mafia comanda a Catania” è  88-420-3811-3. (...) Delle due l’una: o il  "Giornalista brillante"  nella senescenza ha pensato di arrotondare la pensione a spese dei convenuti, oppure agisce per conto de La Sicilia: tertium  non datur. (...)  Non si era ancora visto un giornalista seppellire dei colleghi e lo stesso Ordine dei Giornalisti sotto una causa civile con risarcimento miliardario. Di che “decoro” blatera il Giornalista brillante? Quando si è in buona fede, basta una semplice telefonata e con un “omissis” su NomeCognome si rispetta:  il collega e la Verità storica (...)

 il Falso in Atto pubblico della Senatora

Il sottoscritto indagato per il “Reato” di diffamazione in danno di Franca Rame, allega alla presente i post citati, ma non prodotti nella  Memoria del  12 Aprile c.a. cui si fa seguito. Nel  dettaglio si allegano: il post “Onore a Franca Rame” (Allegato A) e una pagina del Blog di Franca Rame (Allegato B) contenente alcuni degli oltre Cento post firmati dallo scrivente con lo pseudonimo “IlMIONOME ENESSUNO”.

   Tra questi il post “incriminato”; “Franca Rame è limpida come una pagnottara presa con le mani nel malloppo dello Stato”, del quale la senatrice riporta solo il titolo, omettendone il testo, che non lascia spazio alcuno alla asserita diffamazione

    Lo scrivente, sebbene sbigottito, si rifiuta ancora di credere (...) che per una Senatrice della Repubblica la critica,anziché uno stimolo a mettere ordine  in una condotta parlamentare, vistosamente contraddittoria, quanto mirata al conseguimento di uno stipendio beffardo in danno di quanti, per mantenere nel lusso 7.000 Oppressori siamo ormai costretti a svendere i nostri averi: il cosiddetto “Ceto Medio”, sta per scomparire,inghiottito dai Privilegi di 7000 Oppressori (...) Solo applausi vogliono, perché se si scrive che non ce la facciamo più a mantenerli, su oltre un *Centinaio” di post la Senatrice trova quattro brani, da umorismo involontario, per gridare alla diffamazione…

   Con buona pace della senatrice nel definire uno stipendio di 16 mila Euro "Pagnotta di Stato" e "Pagnottara" chi lo percepisce, non è diffamazione, ma la condizione prevaricante di una classe politica assurta a Casta degli Intoccabili. (...) Come c’entra il titolo sulle Brigate Rosse con Franca Rame? Non c’entra niente, ma omettendone il testo, ancora una volta, diventa una buona trovata per provocare l’intervento del PM, che dispone il sequestro del PC: Franca Rame, moglie del Premio Nobel, Senatrice della Repubblica, esponente del Partito di Di Pietro ottiene la Sua vendetta. Due titoli, solo due titoli è quanto Le riesce di trovare nella sconfinata attività pubblicistica dello scrivente e tanto basta per imporre spese ad una famiglia, che non dispone di stipendi senatoriali, anzi, vive sulla propria pelle l’ingordigia di una classe politica, che ormai ha perso ogni ritegno.

  (...) E’ irritante, è provocatorio vedere una Senatrice e un Ministro,Di Pietro, lanciare accuse alla classe politica, come se loro fossero esponenti dell’opposizione, o dei cittadini qualsiasi. La  Senatrice dice di essere  pacifista, ma vota tutte le missioni di guerra, partecipando attivamente a tutte le manifestazioni per la pace, ma  ritirate le dimissioni, che per una volta avevano fatto gridare al miracolo, filantropa, adotta cinque famiglie vittime dell’uranio impoverito, cadendo in altra contraddizione ancora più  vistosa: come senatrice  manda allo sfacelo i nostri soldati, come filantropa… Scusi, non sarebbe più conseguente votare semplicemente contro le missioni di guerra? No, perché poi cade il Governo, e con il governo cade anche la poltrona e gli annessi Stipendio e Privilegi.

   Tutti, senatori e deputati percepiscono l’ignobile stipendio; dividono i Privilegi da Corte di Versailles, ma solo due, Di Pietro e Franca Rame fondano la loro beffa quotidiana nella lotta labiale a Sprechi e Privilegi, tenendosi però ben stretti Stipendio e Privilegi. Con ben oltre *Cento* post  non c’è stato verso di fare capire ai Due dell’ Italia dei Valori [ Quali? da quando la poltrona, da mantenere a tutti i costi,  costituisce un valore] che solo dall’’esempio, solo rinunciando a Stipendio e Privilegi, per la propria parte, può derivare autorevolezza e credibilità…

   Come trovare le parole per dire la bile che brucia il fegato davanti a questa beffa quotidiana? Come mantenere il sorriso davanti ad un  Ministro alla Di Pietro… basterebbe mettere sulla bilancia il mandato ministeriale, o no? Ma se scrivi questo, la denuncia arriva a tamburo battente, preannunciata dallo stesso Di Pietro su “Punto Informatico”... è un “Crimine” dire a Di Pietro ed a Franca Rame che davvero non ne possiamo più di essere quotidianamente beffati?

    Lo scrivente non si può permettere di sostenere un  ingiusto procedimento a Roma, se non con ulteriori sacrifici imposti alla famiglia. No, la Critica non è un “Crimine”: è l’unica valvola di scarico rimasta al cittadino italiano che non ne può più.  Quanto patito fin qui dallo scrivente, soprattutto il sequestro del PC, è già una ingiusta condanna, inflitta ad un cittadino di non altro colpevole che scrivere la Verità, quella che va dritta nella coscienza, facendo saltare i nervi: sicuro che nelle dimissioni della Senatrice, sebbene solo proclamate, e nella scelta di adottare le cinque famiglie, il pressing dello scrivente non abbiano avuto alcun ruolo?

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