R I C O S T R U I RE
Anno XVI n. 20 - Satira - Umorismo -
Varia Umanità - Esce quando scoppia: ogni giorno.
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Storia di un Italiano di
Sinistra![]()
La Democrazia del Craxo di Prospero Pirotti
Il volume, il
primo di una fortunata serie, esce alla fine del 1990.Enzo Bianco, dopo 15
mesi, è costretto alle dimissioni, "decretate"da DC e PSI.
Comandavano loro? Sì, e non da soli. La terna "arbitrale" della Città
era così costituita: Mafia/Partiti/Stampa. Le mani sulla Città in una morsa sanguinosa.
Ma
quelle dimissioni, imposte con l'Arroganza della razza padrona, furono la goccia
che fece traboccare il vaso:a) Un movimento della Società Civile, prima"clandestino", irrompe sulla scena e diventa soggetto
politico; b)Per la prima volta si firmava una petizione popolare per un Sindaco;
c) In molti si imbufaliscono. A Palermo imperversava Orlando; Bossi interpretava un
ruolo storico notevole. Come quando la lava preme sulle pareti, il terreno
si rigonfia, poi una frattura e da quella frattura, un torrente di lava
catartica.
Si doveva dare un contributo. Come? I giornali, presso i
quali c'era stata una collaborazione con pezzi "innocui",
non possono, o non vogliono ospitare fosse pure una letterina di poche righe.
Non restava che andare in banca, e da lì, deviato a testa bassa, in tipografia.
E' lì, in tipografia, che giorno dopo giorno prende forma il
pamphlet: da un nucleo originario (i pezzi rifiutati). Era l'ebbrezza della
libertà.
Come accolse la Città dei morti ammazzati un autore
"strano": con tutti e con nessuno? Lo accolse alla catanese: - Nenti
sacciu!.
La locandina imperversò per oltre un anno in (quasi)
tutte le edicole e libreria della (quasi) Sicilia Orientale. Bastava il titolo e
la foto di copertina. [ In copertina era Enzo Bianco, Ndr], Non bastò. Furono acquistati spot per un mese in una
emittente regionale, in tutte le fasce orarie: durante, prima e dopo il
telegiornale; prima,durante e dopo tutti i pasti, merenda e colazione
compresa... entrò nelle case dei catanesi al suono della Gazza ladra !
Note
- Salvo Andò - di cui ci occupiamo, riportando una pagina de
"La Democrazia del Craxo"- è l'ex ministro della Difesa;
-"Unne'" in catanese significa "Dove sei?"
- La "pizza", di cui qui si parla è una vicenda tipica catanese, dove il malaffare si mescola all'umorismo :"Andiamo a prendere una pizza, poi ne parliamo. Voi intanto aspettate". Saltava cosi il numero legale e un'area della città continuava ad aspettare, ed aspetta tutt'ora. Quando i conti sul "dividendo" non tornavano, si faceva cosi!
-Le "Grandi opere"
occorre dire cosa sono? Grandi appalti e quindi grandi "dividendi". A
Catania, come a Milano.
UNNE'
DOVE SEI ? ANDO' !
Dovete sapere (cominciano così le parabole) che quando Unne' era ragazzino,la
madre doveva chiamarlo sempre: "Unne' dove sei? Unne' dove sei?". La
risposta era sempre quella, per cui, "Andò" oggi e "Andò"
domani, dovettero cambiargli il nome e lo chiamarono, Andò.
Bastava solo andare nei cantieri (allora erano un fonte
ambita di sostentamento: con quattro cantieri un sindaco si assicurava la
carriera). Lì, nei cantieri, il giovane Unne' capì tutto: per non lavorare,
bastava solo organizzare la gente che lavorava. E capì anche ben altro: lì
scopri le "Grandi Opere"!
Poteva mai stare a casa? Sua madre aveva un bel
chiamare al vento! Il padre dovette capire qualcosa, perché notò che in quelle
poche ore passate a casa , scriveva e parlava da solo: "Unne', ma
cosa l'he' che fai?!"- il padre ansioso diceva. Che poteva saperne? una
passione stava nascendo per la delizia della Città: la passione per
le Grandi Opere. Per farla breve, adulto e famoso, in corso Sicilia si imbatté
in una "pizza" strana che "Taddarita" (on. Azzaro, sempre
con il papillon, Ndr) altro apostolo delle "Grandi Opere", gli aveva
rifilato.
Era una pizza catanese, ma il Nostro
capì l'antifona ed aprì un Ufficio: l'Ufficio dei programmi (è cronaca!)
ovvero uno "Stimolatore", come lo definì lo stesso, delle Grandi
Opere.
La
moglie, gelosa, lo buttò fuori di casa [[non e' vero]]
vedendolo sempre arrivare con gli occhi cerchiati. Ma non se ne diede per inteso
e continuò ad immolarsi per la Patria. Una
lapide lo ricorda ancora : "Qui giace Unnè, er mignotto, travolto da un
insolito destino".